LA MERIA

SORANO

Il borgo di Sorano

Al centro di numerosi tortuosi valloni creati dall’erosione delle acque, Sorano appare al visitatore come un autentico paese fiabesco che nasconde gelosamente i ricordi del suo antichissimo passato. La grandiosa rupe di tufo sovrastante la valle della Lente conserva bene le bellezze e le caratteristiche di questo borgo medioevale, un vero e proprio gioiello nel suo genere.Per molti storici Sorano è di origine etrusca; appartenne nel Medioevo agli Aldobrandeschi e dopo numerose battaglie passò nel 1293 agli Orsini, antica e nobile famiglia romana. Sorano divenne il baluardo difensivo di questa famiglia svolgendo un ruolo importante nelle lotte contro la Repubblica di Siena dalle quali gli Orsini ed i loro sudditi non sempre uscirono vittoriosi. Nell’anno 1417, infatti, la contea di Sorano e Pitigliano insieme al feudo limitrofo di Castell’Ottieri fu costretta a firmare un trattato dove dichiarava di piegarsi alla indiretta sovranità dello stato senese. Tale patto venne meno nel 1555, anno in cui cadde la Repubblica di Siena, e già nel 1556 Niccolò IV Orsini potè riaffermare pienamente la sua legittima potestà sulla contea. Dopo la caduta della Repubblica di Siena, i Medici, con Cosimo I, ne presero il posto giocando il ruolo di nemici-amici. Durante questo periodo gli Orsini provvidero a consolidare la Rocca di Sorano facendone un mirabile esempio di architettura militare, nonchè un potente mezzo di difesa. La famiglia Orsini, dilaniata da vere e proprie guerre continue cessò di dominare su questa contea nel 1604 con la morte di Alessandro di Bertoldo, e Sorano passò di fatto sotto al giurisdizione dei Medici che vi governarono fino al 1737 lasciando la successione al governo della Toscana alla casa dei Lorena.

LA FORTEZZA ORSINI
La Fortezza Orsini risale al 1380, all’epoca del conte Bertoldo Orsini, ma sembra fosse già stata castello Aldobrandesco agli inizi del 1300. La Fortezza Orsini occupa l’istmo della penisoletta su cui giace Sorano e sta a guardia della strada che lo raggiunge, proveniente da Pitigliano. L’enorme sua mole non appare in tutta la sua imponenza dall’esterno,poichè verso la campagna mostra soltanto i due bastioni angolari, la cortina che li unisce e il basso e massiccio torrione quadrato che sovrasta a cavaliere quest’ultima.Questo terrapieno rivestito d’un paramento di pietrame, a filari regolari e a bozze squadrate, occupa tutta la larghezza della penisola e ne sbarra materialmente l’accesso. Nel torrione centrale, sul quale un cupolino assai più moderno si eleva a foggia di belvedere, s’apre la porta massiccia, dell’arco incorniciato di bugne più chiare, troppo bassa in paragone alla mole che l’accoglie. Attraverso il fossato lungo un ponte ex levatoio, s’accede al cuore della Fortezza. Al di sopra dell’arco spicca un’arme monumentale molto bella. E’ assai fine di lavoro specie nei particolari decorativi, dove sono inquadrati i leoni Aldobrandeschi, le barre e le rose degli Orsini, sotto il cimiero carico dell’orsacchiotto araldico.

La targa che soggiace ci dice che i lavori furono eseguiti nel 1552 per ordine di Niccolò IV Orsini. Un vasto piazzale, sostenuto per due lati da muraglioni a picco, separa il baluardo avanzato da un secondo corpo di fabbrica assai più antico con un torrione al centro, che costituì la prima Fortezza. Un secondo cortile, munito di portici, separa la costruzione dell’abitazione castellana, dalle rampe di scale molto ripide.Sul bastione di levante sorgeva un mulino a vento per fabbricare polvere da sparo, su quello di ponente ce n’era uno analogo per macinare le granaglie. In un interrato ben protetto c’erano il magazzino della polvere e del salnitro, la fonderia per cannoni ed archibugi, la “riservetta” della munizioni, la cantina con i viveri, la cella per i prigionieri e l’armeria ben fornita. Accanto ai quartieri di alloggio c’era la cappella con l’annessa sacrestia e l’abitazione del cappellano. Presso il baluardo del tettuccio si apriva l’orifizio di un pozzo comunicante con una vasta e profonda cisterna. Durante i lavori di restauro del 1968,sono venuti alla luce, due gruppi di affreschi. Il primo di tali gruppi presenta i classici motivi floreali ed i caratteristici puttini che sostengono riquadri festonati da scene bacchiche. Il secondo gruppo di affreschi è incorniciato da inquadrature geometriche che racchiudono scene di carattere mitologico.

IL MASSO LEOPOLDINO
Si tratta di un poderoso masso tufaceo situato di fronte alla parte più antica della Fortezza, che venne fortificato nel settecento, in età Lorenese, con l’intento di contribuire al controllo del territorio circostante. Le pareti del Masso Leopoldino furono in gran parte smussate e levigate a mano mentre la sua sommità fu spianata a mo’ di terrazza dalla forma irregolare. Sul lato più vicino alla chiesa di San Niccolò fu infine eretta la singolare Torre dell’Orologio che ancora oggi scandisce il tempo di questo suggestivo Borgo.

La Necropoli di San Rocco (III – II sec. a.C.), è situata lungo un costone tufaceo che delimita al valle del fiume Lente, risalendo i tornanti scavati nel tufo, si raggiunge sulla destra un agevole sentiero, dove è situata la necropoli, costituita soprattutto da tombe a camere scavate nelle pareti verticali dei terrazzamenti tufacei. Oltre alle tombe a camera, si possono notare moltissimi colombari romani che si affacciano numerosi lungo la valle del fiume. Scendendo dall’abitato di Sorano alla “Porta dei Merli”, nelle adiacenze di un’ampia radura si dipartono i tracciati di antichi percorsi scavati direttamente nel tufo: sono le cosiddette “Vie Cave”, che univano Sorano con i circostanti centri etruschi e da lì con tutti i più importanti centri dell’Etruria.