LA MERIA

MONTE AMIATA

Amiata

Mistica e segreta, l’Amiata è un luogo fuori dal tempo. Il Monte Amiata è un antico vulcano spento che da millenni affascina e seduce. Già il nome rimanda a più interpretazioni che spaziano tra Mons Tuniatus, la montagna di Tinia, suprema divinità etrusca, a Mons ad Meata, monte delle sorgenti, per finire con Heimat, piccola patria. Di certo c’è che l’Amiata, da sempre, è un crocevia di culture che si susseguono e che in questo luogo hanno trovato qualcosa di unico. Una terra dove misticismo e religione si intrecciano da secoli, proprio da Arcidosso partì la parabola di David Lazzaretti, il Profeta dell’Amiata. Un influente visionario che a cavallo del 1800 organizzò una comunità religiosa basata su lavoro comune e sulla condivisione dei beni, con eremo sul Monte Labro. Un monte brullo e aspro la cui vocazione religiosa è confermata dalla comunità buddista (Merigar) dell’Istituto Dzog-chen, che alla fine degli anni ’80 si è stabilita qui e oggi ha un forte richiamo spirituale. Nel 1990 ospitò anche il Dalai Lama, per l’inaugurazione del Tempio della Grande Contemplazione, mentre oggi perfettamente integrata con la popolazione locale, la comunità tibetana conta anche un Museo ad Arcidosso, il MACO (Museo di Arte e Cultura Orientale). L’Amiata però, non è solo misticismo e religione, la sua energia che da secoli affascina i popoli che la vivono, è impreziosita dal paesaggio unico e suggestivo che ospita. Da molti considerata la faggeta più estesa d’Europa, l’Amiata è una montagna ricca di biodiversità e molto versatile, dove infatti si possono fare tante attività diverse: dallo sci ai percorsi a piedi, escursioni a cavallo, tours su strada e off road (con Bike Park immerso nella faggeta) e percorsi avventura. Ai piedi del Monte, si apre una costellazione di piccoli borghi medievali che la popolano, divisi tra le province di Grosseto e Siena. Un dedalo di vie e vicoli realizzati in peperino, la roccia del luogo, tra simboli misteriosi, effigi templari, castelli medievali, palazzi nobiliari, peschiere rigogliose, percorsi storico-artistici, musei, vecchie miniere e pievi antiche. Perché nei paesi dell’Amiata la storia si legge ancora nelle pietre che l’hanno costruita e si tramanda nei racconti e nei canti popolari, come il Coro dei Minatori di Santa Fiora, istituzione canora sulle tradizioni locali. Per gli amanti dell’arte contemporanea poi una vera chicca, il Giardino di Daniel Spoerri, un parco d’arte immerso nella natura (13 ettari) del comune di Seggiano, che Daniel (artista di fama internazionale) più di 30 anni fa ha iniziato a realizzare ospitando opere di artisti provenienti da tutto il mondo (più di 100 opere esposte).